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Marcello dell’UtriVincenzo ViscoAlfredo VitoSergio d’EliaUmberto BossiCesare PrevitiDaniele FarinaMario BorghezioGianni De MichelisPaolo Cirino PomicinoVito BonsignoreGiorgio La MalfaAntonio Tomassini ? Domenico NaniaAntonio Del Pennino ? Enzo CarraLino JannuzziMarcello De AngelisGianpiero CantoniMassimo Maria BerrutiEgidio Sterpa ? Aldo PatricielloGiovanni Mauro ? MIRACOLATI: Giulio Andreotti Massimo d’Alema Silvio Berlusconi Lorenzo Cesa DELL’UTRI Passerotto, non andare viaOggi la Camera dovrebbe votare pro o contro la proposta della giunta per le elezioni di mettere alla porta l’onorevole pregiudicato e interdetto Cesare Previti. Il tutto con 14 mesi esatti di ritardo, visto che la sentenza della Cassazione del 4 maggio 2006 aveva già stabilito irrevocabilmente il da farsi. Per 420 giorni il deputato abusivo ha percepito indebitamente lo stipendio (13-14 mila euro al mese netti) e maturato i diritti alla pensione a spese dei contribuenti. Ed è riuscito ad affermare il principio cardine della Repubblica dei Mandarini, largamente e trasversalmente condiviso: quando c’è di mezzo un membro della casta, o della cosca, anche le sentenze definitive diventano provvisorie. Trattabili. Chiunque vinca le elezioni, la legge non è uguale per tutti, perché in Parlamento vige il diritto d’asilo. Giunti a questo punto, è vivamente sconsigliabile votare sì alla cacciata di Previti dal Parlamento. Forse è meglio che resti dov’è, a imperitura memoria. Gli terranno compagnia altri 24 onorevoli pregiudicati, più uno che, per meglio difendere la famiglia e combattere la droga, organizzava coca-party con due squillo a botta in un grand hotel (ieri s’è dimesso dall’Udc, ma non dal Parlamenip), e un altro che, per arrivare prima in uno studio tv usò un’ambulanza come taxi (s’era dimesso dal Parlamento, ma poi ci ha ripensato e ha traslocato da An a Forza Italia: sempre in ambulanza, si presume). La loro presenza a Montecitorio servirà ai Mandarini per rivendicare lo status di legibus soluti e ai cittadini per rassegnarsi a quello di sudditi. E poi, come rivela L’espresso, Previti ha già mostrato ampi segni di ravvedimento: ora non corrompe più i giudici, ma - affidato ai servizi sociali grazie alla legge ex Cirielli che gli ha regalato i domiciliari e all’indulto extralarge che gli ha restituito la libertà - rieduca tossicodipendenti nella comunità Ceis di don Mario Picchi. In particolare sovrintende al «Programma serale», che prevede «colloqui individuali e di gruppo per strappare dalla cocaina, dal gioco d’azzardo e da altre azioni compulsive (come lo shopping) professionisti, dirigenti di aziende e giovani che hanno deciso di dare una sterzata alle loro esistenze». Salvo i due mesi che gli tocca passare di nuovo in casa, a causa della seconda condanna definitiva per aver comprato la sentenza Mondadori (anche lui aveva problemi di shopping compulsivo), ma nel ramo giudici), tornerà presto all’aria aperta dalle 7 alle 23 (salvo qualche permesso premio per ritemprarsi nella villa all’ Argentario, dove un tempo veleggiava sul mitico “Barbarossa” nelle acque dell’allusiva Cala Galera). Per dedicarsi, tre giorni a settimana, ai ragazzi del Ceis: «colloqui collettivi e individuali», precisa L’espresso, nei quali «nessuno lo ha mai rifiutato come consulente». Previti, in particolare, segue «l’evoluzione di due ex tossicodipendenti, due liberi professionisti» entusiasti del loro nuovo rieducatore: «Previti ci ha sorpreso», assicura don Musio, braccio destro di Picchi: «È aperto, franco, collaborativo, si è guadagnato la stima di tutto lo staff. L’onorevole si sta mettendo in discussione e nei colloqui con i frequentatori offre un grande contributo di pragmatismo». Come ai vecchi tempi, quando smistava compulsivamente, ma pragmaticamente, miliardi su miliardi da un conto svizzero all’altro senza pagare una lira di tasse. Qualche maligno temeva che, vistolo in faccia, i ragazzi ricadessero negli antichi vizi e abbisognassero di una rieducazione supplementare. Invece finora tutto è filato liscio come un bonifico estero su estero «Il bilancio - aggiunge il sacerdote - è positivo: spero Previti che riversi questa nuova esperienza anche negli ambienti che frequenta». Magari che rieduchi anche Berlusconi e Dell’Utri, peraltro esperti in altri tipi di bilanci, perlopiù falsi. Nel tempo libero, a parte qualche partitella al circolo Canottieri Lazio («sempre più sporadiche, ma la passione resta nonostante l’età», confida un amico) e «la ginnastica agli attrezzi di cui si è dotato in casa», Cesare «riceve e conversa». Pare che sia un po’ in freddo con Pera e Tajani, mentre Silvio e Marcello sono sempre affettuosissimi, e ci mancherebbe altro. Gli onorevoli che oggi hanno in mano il suo destino si mettano una mano sul cuore e una sul portafogli. E ci pensino bene, prima di privare le istituzioni democratiche di un apporto così fondamentale. In fondo, al Parlamento, un educatore di tossici può sempre tornare utile. ULIWOOD PARTY MARCO TRAVAGLIO l’Unità (31 luglio 2007) lunedì, 30 luglio 2007 |